“LA FRAGILITÀ DELLA BELLEZZA”: XVIII EDIZIONE DI “RESTITUZIONI” – REGGIA DI VENARIA

LA FRAGILITÀ DELLA BELLEZZA”

 

XVIII EDIZIONE DI “RESTITUZIONI” ALLA REGGIA DI VENARIA

 

UN VIAGGIO SPAZIO-TEMPORALE DI 40 SECOLI DALLA GERMANIA ALLA CALABRIA ATTARVERSO 212 CAPOLAVORI

 

 

di Elisa Pedini

 

 

Da oggi, 28 marzo, fino al 16 settembre 2018, sarà aperta al pubblico la mostra “LA FRAGILITÀ DELLA BELLEZZA”, presso la Reggia di Venaria (TO) nelle Sale delle Arti.

L’esposizione fa parte del progetto “Restituzioni”, programma di restauri di opere appartenenti al patrimonio artistico pubblico, curato e promosso da Intesa Sanpaolo.

“Restituzioni 2018” è la XVIII edizione del progetto, che si tiene alla Reggia di Venaria sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e organizzata in collaborazione con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude.

Ben 212 le opere sottoposte a restauro e presentate al pubblico prima di ritornare ai rispettivi luoghi d’appartenenza, che coprono tutto il territorio.

Per l’esattezza: Calabria, Basilicata, Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Toscana, Veneto, Umbria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Molise.

Inoltre, dalla XVII edizione del 2016, il programma include dli Stati europei che sono sede delle banche estere del Gruppo Intesa Sanpaolo: questa volta, è la Germania a essere in mostra con una veduta del Bellotto.

Qui, mi piace sottolineare, che trattasi d’un’occasione unica per gustare, in anteprima, dei capolavori appena restaurati.

Oltre a ciò, aspetto estremamente interessante, assolutamente eterogenei: dipinti, sculture, mosaici, affreschi, tessuti, oreficerie.

Ancora, “La fragilità della bellezza” offre l’opportunità di vedere, anche, oggetti particolarissimi come, per esempio, il Mantello di Tupinambà, realizzato con penne , o il Clavicembalo dipinto.

In più, alcuni capolavori portano la firma di nomi altisonanti come Tiziano, Pietro da Cortona, Van Dyck, Twombly, Morandi, Burri.

Altri, invece, sono meno noti o anonimi, ma, con certezza, tutti fanno parte del maestoso patrimonio culturale italiano.

Il programma “Restituzioni” di cui “La fragilità della bellezza” fa parte, porta un nome molto evocativo ed eloquente.

Infatti, il termine ci ritorna l’idea del “ridare”, perché è questo che il restauro, di fatto, fa. Esso restituisce a nuova vita, alla conoscenza, alla consapevolezza, all’umanità. Il restauro cura, appunto, la fragilità del patrimonio artistico.

Il programma “Restituzioni” nasce nel 1989, in Veneto, sotto l’egida dell’allora Banca Cattolica del Veneto, con appena dieci opere e limitato al territorio d’appartenenza.

Oggi, ventinove anni e diciotto edizioni dopo, le mostre biennali e itineranti di “Restituzioni” coprono l’intero territorio nazionale e internazionale.

In tutto, sono ben 1300 opere sono state salvate e restituite al patrimonio artistico e culturale italiano e per conseguenza, al pubblico.

Un impegno che nasce da un amore profondo per la cultura e l’arte e che  è frutto d’una stretta collaborazione con tutti gli enti ministeriali preposti alla tutela dei beni culturali.

Ciò, costituisce un grande fattore d’orgoglio di questo programma: ovvero, un’esemplare sinergia tra pubblico e privato.

Dunque, la mostra “La fragilità della bellezza” è un viaggio immaginario, attraverso l’arte, in tutto il nostro territorio, in Europa e nel tempo.

Infatti, le 212 opere, nella loro meravigliosa molteplicità di genere, forma e materiali, coprono 40 secoli di storia dell’arte.

In più, consente di conoscere quello che è, il difficile e ad un tempo magico, lavoro del restauro.

Precisamente, Il restauro costituisce, in Italia, un campo d’eccellenza, all’avanguardia a livello internazionale.

Inoltre, è una disciplina che riunisce attorno allo stesso tavolo figure professionali diverse e specializzate: il restauratore, lo scienziato e lo storico dell’arte.

Infine, la mostra è organizzata secondo una logica cronologico/tematica, che ha come oggetto la fragilità del nostro patrimonio.

A tal riguardo, l’ultima sala del percorso espositivo è dedicata, molto significativamente, alle opere danneggiate dal terremoto in Abruzzo.

 

La mostra è visitabile:

dal martedì venerdì dalle 9:00 alle 17:00

sabato, domenica e Festivi: dalle 9:00 alle 18:30

Presso: la REGGIA DI VENARIA (www.lavenaria.it) in Piazza della Repubblica, 4, a Venaria.

 

L’ultimo ingresso è fino a un’ora prima della chiusura.

 

INFORMAZIONI, PRENOTAZIONI INGRESSI E VISITE GUIDATE: al numero: +39 011 4992333, o via mail: prenotazioni@lavenariareale.it

 

È possibile acquistare i biglietti, sia online dal sito www.lavenaria.it, oppure presso:

Biglietteria Centrale: via A. Mensa 34 – Venaria Reale (Centro Storico a ridosso della Reggia) – Tel. +39 011 4992333

 

 

 

 

 

 

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