INTESA SANPAOLO SPONSOR DI MIART 2018, INAUGURA “PAESAGGIOINTERNO”
PRESSO IL LOUNGE INTESA SANPAOLO AL MIART L’ESPOSIZIONE
“PAESAGGIOINTERNO”
di Alessandro Papetti
di Elisa Pedini
Inaugurata oggi, al Lounge Intesa Sanpaolo, presso la sede del MIART a Fieramilanocity (Viale Scarampo, padiglione 3, gate 5), di cui la Banca è sponsor principale, l’esposizione “PAESAGGIOINTERNO” di Alessandro Papetti.
Tre opere esposte, quattro in totale, che compongono la magnifica opera di “PAESAGGIOINTERNO”, la quale, entrerà a far parte delle collezioni di Intesa Sanpaolo e dopo il MIART, verrà esposta in alcuni palazzi storici della Banca a Napoli e Venezia, per poi, far ritorno a Milano.
Continua, così, il mecenatismo di Intesa Sanpaolo, all’interno di Progetto Cultura, che, stavolta, si concretizza nel partenariato con MIART, un’intensa fiera internazionale di arte moderna e contemporanea, con ben 184 gallerie provenienti da 19 paesi diversi, dal 13 al 15 aprile, anche con numerosi eventi speciali (tutte le sedi e gli eventi di MIART: www.miart.it e www.yesmilano.it).
«Essere partner di MIART – afferma Michele Coppola, Direttore Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo – significa, soprattutto, essere partner attivi nell’arte e supportare percorsi che sono sia nazionali che internazionali. Senza mai dimenticare ciò che è stato prima e sarà dopo MIART.
Intesa Sanpaolo è da sempre molto sensibile alla cultura e non solo attraverso le sue straordinarie collezioni private e il forte impegno nel valorizzarle, studiarle e condividerle con la comunità; le Gallerie d’Italia ne sono un esempio; ma anche nei confronti dell’arte in senso assoluto, “Restituzioni”, ad esempio, è un progetto che riguarda il restauro e quindi, il recupero di opere d’arte che non appartengono alla banca.
Una continuità tra quello che abbiamo sempre fatto, ciò che facciamo oggi con MIART e ciò che faremo domani.
L’arte di Papetti rappresenta proprio questo: il legame tra passato e modernità.»
E proprio, di continuità, parla Alessandro Papetti, quando mi descrive la sua arte:
«L’idea di questa mostra nasce come un continuum di tre precedenti mostre in spazi pubblici in Italia.
La prima, nel 2014, a Palazzo della Penna a Perugia, che s’intitolava “La pelle attraverso” ed era curata da Luca Beatrice. Il tema era l’indagine sul “confine” del corpo, inteso come contenuto della pelle, che, allora, si fa ponte tra interno ed esterno; ma, ad un tempo, anche scudo.
La seconda, a Palazzo Poli a Roma, s’intitolava “Io abito qui”, curata da Massimo Recalcati ed era centrata sull’indagine sullo spazio. Ovvero, gli interni e la ricerca sul linguaggio di pittura, nel senso il “confine” tra la pittura formale e quella informale.
L’ultima mostra, del 2017, s’intitolava “Paegginterni”, curata da Marco Bazzini, al Museo Marca di Catanzaro e per la prima volta, rappresentavo dei paesaggi, affiancati a degli interni, che, invece, si ricollegavano alla mostra di Palazzo Poli.
Quest’installazione continua il percorso e in un certo senso lo completa, racchiudendo tutte la altre tre precedenti. Il focus è il rapporto dell’arte con lo spettatore.
I quattro pannelli che formano l’intera opera, di cui, qua, manca il quarto per una questione di spazi, vanno a formare una specie di stanza chiusa; ma, con spazi diversi, comportando il cambiamento della percezione che abbiamo di noi stessi in relazione allo spazio che ci contiene.
Un’indagine tra la relazione tra l’Io e l’essere, sia interiore che esteriore.
Cercare di ricreare quella differenza, quel “confine” che corre tra aperto e chiuso, pubblico e privato.
Infatti, nella mia opera, i rimandi sono molto intimi, come, ad esempio, l’evocazione dei ricordi. Inoltre, il letto, il luogo più intimo per antonomasia, è centrale, è il comun denominatore di tutta l’opera».
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