VERONA OPERA FESTIVAL 2018: RECENSIONE A “VERDI OPERA NIGHT”

VERONA OPERA FESTIVAL 2018

 

VERDI OPERA NIGHT

 

GRANDISSIMO SUCCESSO PER LA SERATA IN OMAGGIO A VERDI

 

UN EVENTO SUBLIME CHE ANCHE LA LUNA HA VOLUTO GODERSI

 

 

 

di Elisa Pedini

 

 

Questo 96° Arena Opera Festival ci ha regalato grandi colossi operistici senza sbagliare un colpo.

Quindi, date anche le premesse fatte durante la conferenza stampa, sono giunta all’evento del Verdi Opera Night con aspettative altissime.

Con molto piacere, ammetto che, non solo sono state soddisfatte, ma addirittura sopravanzate.

Infatti, ogni aspetto della serata di ieri è stato perfetto ed emozionante, a cominciare da un’Arena completamente gremita di persone, la di cui energia umana era, letteralmente, materica.

Una serata magica, dal primo all’ultimo istante, che neppure la luna ha potuto ignorare e s’è presentata, in tutto il suo splendore, vegliando e godendosi uno spettacolo di sublime pregio.

Purtroppo, lo spazio non mi consente, come, invece, mi piacerebbe, descrivervi ogni meraviglia vista e vissuta, ogni emozione, ogni brivido.

Pertanto, devo limitarmi alla descrizione dei passaggi, per me, più significativi.

"Kainós Magazine® Arena di Verona Recensione Verdi Opera Night"
Ph by Ennevi per Fondazione Arena

Sotto la direzione del Maestro Andrea Battistoni, l’evento ha aperto con la Sinfonia de’ La forza del destino. Sulle coreografie di Luc Bouy, il corpo di ballo dell’Arena ha dato l’incipit a un sogno.

Un movimento armonico e pulito di quaranta ballerini, quasi un respiro fattosi corpo.

Difatti, le emozioni evocate sono state molto forti e il pubblico ha osannato il corpo di ballo e il coreografo, uscito sul palco a ringraziare.

Quindi, la molto amata “trilogia popolare” del Verdi è entrata in scena.

Innanzi tutto, voglio sottolineare il lavoro straordinario dei tecnici dell’Arena, che hanno reso possibile, col loro impegno sul palco, il dipanarsi d’un vero e proprio gioiello di serata.

D’altronde, in conferenza stampa, Stefano Trespidi (regia) e Michele Olcese (scene), ci avevano annunciato degli allestimenti nuovi e agili.

Infatti, le scene si sono, letteralmente, plasmate sotto agli occhi del pubblico.

A questo punto, passo a descrivervi quanto mi ha maggiormente colpita.

Il primo estratto d’opera rappresentato è stato il II Atto di Rigoletto.

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Rame Lahaj – Ph by Ennevi per Fondazione Arena

Ad aprire, è stato il tenore Rame Lahaj, debuttante assoluto sul palco areniano proprio al Verdi Opera Night, con la famosa Aria “Ella mi fu rapita!… Parmi veder le lagrime”.

Non dev’essere stato punto semplice sentire il peso dell’energia d’un sì vasto pubblico, quale quello dell’Arena al completo. Le candeline accese. Gli occhi dei critici puntati addosso.

A mia opinione, una pressione psicologica notevole.

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Luca Salsi – Ph by Ennevi per Fondazione Arena

Tuttavia, Rame regala un Duca di Mantova, convincente e di presenza scenica sicura. Fraseggio chiaro, colore e spessore vocali di pregio.

Insomma, un debutto di tutto rispetto e di valore.

Soprattutto, se si è in scena con il superlativo Luca Salsi, amatissimo baritono, ben noto al pubblico areniano, che porta in scena un Rigoletto, profondo, paterno e ricco di pathos.

La sua voce, calda, piena, potente, trascina il pubblico dentro alla sua rabbia, al suo dolore e al suo amore di padre. Talmente vibrante, da far trasalire con l’invettiva dell’aria “Cortigiani, vil razza dannata”.

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Lisette Oropesa – Ph by Ennevi per Fondazione Arena

A questo punto, è il momento di parlare di lei, il soprano Lisette Oropesa, straordinaria Gilda sul palco. Semplicemente, eccelsa. Perfetta.

Anch’ella, al suo debutto assoluto sul palco dell’Arena.

La sua voce virtuosa, sicura, incisiva, fortemente appassionata, dal registro ampio e versatile e il suo fraseggio nitido travolgono e incantano il pubblico.

Inoltre, Lisette gode d’una presenza scenica elegante e sicura che la rendono perfetta al fianco di Salsi.

Infatti, il pubblico entra in visibilio nel duetto Rigoletto-Gilda “Sì, vendetta, tremenda vendetta” e acclama a gran voce il bis.

Il secondo estratto d’opera è stato il III Atto de’ Il Trovatore.

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Francesco Meli e Serena Gamberoni – Ph by Ennevi per Fondazione Arena

Un altro incantevole capolavoro di questa serata-evento.

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Violeta Urmana – Ph by Ennevi per Fondazione Arena

Un’intensa Violeta Urmana, con la sua voce potente, ma dal colore cangiante e dal registro ampio, ci regala una Azucena convincente, carica, coinvolgente.

Inoltre, Il Trovatore ha visto il grande e molto amato tenore Francesco Meli interpretare un superlativo Manrico, affiancato dall’altrettanto fantastica consorte, Serena Gamberoni, soprano, nel ruolo di Leonora.

Ancora una volta, incantano, col loro affiatamento e con le loro voci piene e nitide, il pubblico dell’Arena.

Tuttavia, è sulla cabaletta di Manrico “Di quella pira l’orrendo foco” che Meli “infiamma” il pubblico, mentre emozionanti bracieri sullo sfondo divampano, lanciando lingue di fuoco verso il cielo.

Il terzo e ultimo estratto è stato il III Atto de’ La Traviata, dove troviamo altre due debuttanti assolute di questo 96° Opera Festival.

Infatti, il ruolo di Violetta Valéry è affidato all’incantevole soprano Maria Mudryak.

"Kainós Magazine® Arena di Verona Recensione Verdi Opera Night"
Luciano Ganci e Maria Mudryak – Ph by Ennevi per Fondazione Arena

Una voce piena, con una vocalità di notevolissimo pregio, un registro ampio e un fraseggio impeccabile. Divina.

Inoltre, Maria, è bella, giovane e ha un bel personale, molto elegante, che le regala una presenza scenica molto forte.

In più, ha una capacità interpretativa incredibile, grazie alla quale ci regala una Violetta vera, reale.

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Martina Gresia – Ph by Ennevi per Fondazione Arena

Al suo fianco nel ruolo di Alfredo, Luciano Ganci, anche lui debuttante in questo Festival, ma già noto al pubblico areniano.

Al contrario, Martina Gresia, appena ventenne, è al suo debutto assoluto nel ruolo di Annina.

Nonostante sia giovanissima, si posiziona già tra i big della lirica.

In effetti, il suo talento è evidente e risulta convincente nel ruolo.

Soprattutto, se si riflette sulla giovane età, sul timore che incute un palco come quello dell’Arena e sull’ansia che possa provocare il debuttare proprio in una serata-evento di questa imponenza, direi che il risultato sia stato grandioso.

Per concludere, vorrei ricordare le ultime repliche in cartellone dell’Arena Opera Festival: 28 e 31 agosto con Carmen, 29 agosto e I settembre Aida, il 30 agosto Il Barbiere di Siviglia.

 

 

Gallery by Ennevi per gentile concessione di Fondazione Arena:

 

 

 

 

 

 

 

 

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