INTESA SANPAOLO PRESENTA “ROMANTICISMO”

ROMANTICISMO

 

PRIMA MOSTRA CHE RIPERCORRE IL ROMANTICISMO ATTRAVERSO L’ARTE

 

 

DAL 26 OTTOBRE 2018 AL 17 MARZO 2019

 

ALLE GALLERIE D’ITALIA IN PIAZZA SCALA

E AL MUSEO POLDI PEZZOLI IN VIA MANZONI

 

 

di Elisa Pedini

 

 

Presentata in anteprima alla stampa la mostra Romanticismo, che si preannuncia straordinaria.

Infatti, è la prima grande mostra mai organizzata sulla ricostruzione del movimento romantico attraverso le opere figurative.

L’esposizione sarà alle Gallerie d’Italia, sede museale d’Intesa Sanpaolo, in Piazza Scala e al Museo Poldi Pezzoli in Via Manzoni 12.

Così, ne parla Giovanni Bazoli, Presidente Emerito d’Intesa Sanpaolo:

«Questa è la prima rassegna dedicata al Romanticismo europeo. Organizzata in collaborazione con il Museo Poldi Pezzoli, che ospiterà una parte della mostra. (…)

Come l’Italia si è inserita in questo grande movimento che ha cambiato il modo di sentire dell’intera Europa?

L’Italia, dal congresso di Vienna fino all’Unità, era completamente divisa.

Attraverso le opere si ricostruisce proprio quel percorso storico di costruzione dell’identità e della modernità. (…)

Milano ebbe una grande forza d’attrazione nei confronti di letterati, artisti e intellettuali.(…)

La mostra è stata possibile grazie alla collaborazione di numerosi musei italiani e mondiali.(…)

Riconoscimento questo, anche dell’impegno professionale di Intesa Sanpaolo per la cultura e l’arte».

Il Presidente della Fondazione Artistica Poldi Pezzoli, Gian Giacomo Attolico Trivulzio, afferma:

«La modifica dello Statuto sei anni fa ha consentito la sinergia tra enti pubblici e privati.(…)

Gallerie d’Italia è esempio lampante del rapporto tra economia e fruizione del patrimonio culturale. (…)

La mostra si articola in cinque sezioni, tra piano terra e primo piano, includendo l’ala Franzini. (…)

Vivendo in una società estremamente superficiale, l’apporto alla riflessione e alla cultura si mostra molto importante».

Invece, la mostra e il suo significato, ce la spiega il curatore, Fernando Mazzocca:

«(…) Una mostra che è costata un grande impegno: tre anni di lavoro.

Finalmente, abbiamo le 200 opere internazionali che provengono da musei di tutto il mondo e anche da collezioni private.

Prima mostra che ripercorre il Romanticismo attraverso l’arte.

L’arco di tempo va dal 1815 al 1848.

In verità, per l’Italia, il movimento sopravvive all’incirca fino all’Unità.

Il Congresso di Vienna voleva cancellare la storia e riportare la società indietro nel tempo.

Ma, ormai, l’individuo era cambiato e il Romanticismo si fa portavoce di questo cambiamento. (…)

Le arti figurative hanno subito un ribaltamento: dalla “pittura dei generi alla rappresentazione dell’uomo alla ricerca d’identità. (…)

La mostra è stata concepita in 12 sezioni, quasi capitoli, come se fosse un grande romanzo. (…)

Vengono illustrate e messe in luce le tematiche che hanno caratterizzato il Romanticismo.

Primo fra tutti: il paesaggio.

La natura viene vista in un modo come mai prima.

Quindi, si passa alla Scuola di Posillipo, caratterizzata dallo studio dal vero della natura, en plein air; seppur i dipinti venivano poi realizzati e rielaborati in studio e non all’aperto.

Un’altra tematica è: la finestra.

Ovvero, le finestre degli studi degli artisti. La natura come la vedono da quelle finestre.

In questo modo, la natura s’interiorizza e diviene espressione dell’interpretazione stessa che ne da l’autore.(…)

L’arte non appartiene più solo all’aristocrazia, ma a tutti. Il gradimento dei committenti non è più sintomatico. Al contrario, è il pubblico che conta.

Così, l’arte si fa democratica. (…)

Ora, la domanda è: la pittura e la scultura hanno compartecipato all’Unità d’Italia come la letteratura e la musica?

La mostra cerca proprio di rispondere a questa domanda, ripercorrendone le tracce. (…)

Lo stesso Mazzini scrisse un bellissimo saggio proprio su questo tema, sottolineando come gli artisti fossero figli di povera gente, figli del popolo e che fosse proprio questa la caratteristica che li accomunava tutti.(…)

Inoltre, questa è una mostra virtuosa, non solo per il lavoro di ricerca delle opere, ma anche per aver sollecitato il restauro delle stesse.(…)

Infine, è un’occasione unica per vedere opere provenienti da molto lontano, da tutto il mondo.

Oltre che, un cospicuo numero di opere inedite, come, ad esempio, un magnifico nudo di Hayez, che rappresenta un’opera emblematica, anche per quanto essa sottende sul cambiamento della visione della donna e del femminino».

 

 

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