LA CASSETTA FARNESE ALLE GALLERIE D’ITALIA
TRUE PERFECTION
LA CASSETTA FARNESE DI CAPODIMONTE
IN MOSTRA ESCLUSIVA ALLE GALLERIE D’ITALIA DI MILANO
DAL 25 SETTEMBRE AL 28 OTTOBRE
di Elisa Pedini
Presentata oggi alla stampa la meravigliosa Cassetta Farnese, proveniente dal Museo di Capodimonte, che, da domani, 25 settembre, sarà esposta al pubblico alle Gallerie d’Italia, sede museale d’Intesa Sanpaolo, in Piazza Scala a Milano.
Un’occasione unica per vedere un pregiatissimo oggetto di rara bellezza.
Infatti, la Cassetta Farnese si mostra come un lavoro complesso di molti professionisti: orefici, cesellatori, architetti.
Qui, è esposta in quello che era il caveau della Banca, con giochi di luce molto suggestivi.
Inoltre, per poter essere esposta, la Cassetta ha dovuto essere restaurata, la qual cosa ha richiesto un paziente e certosino lavoro di smontaggio e rimontaggio, rivelando così, non solo un’incredibile complessità di composizione; ma anche una storia molto importante.
Così ne parla Michele Coppola, Direttore Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo:
«In questi anni le Gallerie hanno trovato la capacità di aprirsi (…), d’indagare (…) e presentare un patrimonio culturale di pregio. (…)
Il Progetto Cultura d’Intesa Sanpaolo è qualcosa in cui si crede per proteggere ed esaltare l’identità e la cultura italiane. (…)
Inoltre, questa mostra ha inizio, volutamente, alla fine della Milano Fashion Week (…) proprio per sottolineare come l’estro, la creatività, la capacità e il talento hanno radici antiche e profonde in Italia (…)».
Invece, ci parla del Museo Capodimonte, Sylvain Bellenger, Direttore Museo e Real Bosco di Capodimonte:
«(…) Unico Museo in Italia a mostrare opere d’arte e oggetti di altissimo livello dal 1300 all’arte contemporanea. (…)
La collezione farnese è il cuore del patrimonio del Museo: opere d’arte e oggetti preziosi (…) che furono protagonisti del 1500 e del 1600 italiani. (…)
Quello della Cassetta Farnese non è stato solo un restauro, ma una vera e propria rivelazione.
Infatti, è stato un lavoro miracoloso e meticoloso di smontaggio e rimontaggio. (…)
Grazie alla disponibilità, alla generosità delle imprese italiane, il patrimonio culturale riesce a sopravvivere. Sensibilità che manca totalmente nel pubblico. (…)
In America, un Museo come quello di Capodimonte, sarebbe sostenuto e avrebbe milioni di visitatori ogni anno. (…)
Invece, qua, al prezzo d’un lavoro durissimo e indefesso e molti sacrifici, si è riusciti appena ad arrivare a 300.000 visitatori».
In più, Giovanni Gastel, fotografo, ci parla del suo “incontro” con la Cassetta Farnese:
«Sono stato incaricato di fare un’analisi (…). Quando mi sono trovato davanti alla Cassetta Farnese, ho avuto un attimo di stupore (…) e di abbaglio. (…)
Infatti, ogni singolo pezzo, ogni più piccolo particolare è un capolavoro (…). È come un museo in miniatura.(…)
Ho fotografato ogni incantevole, maestoso dettaglio. (…)
Ci sono maestria e capacità che scorrono nelle vene di questo paese, da sempre.(…)
Infatti, ogni singolo centimetro, visibile e non, potrebbe costituire un libro d’arte a se stante. (…)
L’amore e la precisione con cui fu inventata, creata e assemblata la cassetta, sono stati gli stessi che hanno animato il suo restauro (…)».
Infine, è Patrizia Piscitello, Curatrice Museo e Real Bosco di Capodimonte, a parlarci della Cassetta e del suo restauro:
«Ho seguito il restauro della Cassetta (…). Questo progetto è nato qualche anno fa intorno a un gruppo di persone con la passione per il patrimonio farnesiano (…). Grazie all’affiancamento d’Intesa Sanpaolo è giunto a compimento.
In più, in mostra, ad accompagnare la Cassetta, troviamo il ritratto del Cardinale Alessandro Farnese, ad opera del Tiziano, che intratteneva un rapporto molto intenso con la committenza tra il 1545 e il 1546.
A tal proposito, Alessandro fu il più grande committente della Roma del 1500.
Infatti, egli, a soli 14 anni, viene ordinato Cardinale.
A tal riguardo, Alessandro non è per nulla contento, né mai lo sarà, di questa situazione che gli costa la perdita di tutti i diritti di primogenitura.
Tuttavia, quelli sono tempi difficili e la famiglia teme un rovesciamento di potere, da ciò deriva la decisione.
A soli 16 anni, Alessandro, è Primo Cancelliere.
Sottolineare questo è importante perché sulla Cassetta, le sue effigi le troviamo tutte.
Per conseguenza, la vocazione di Alessandro è piuttosto carente.
Tuttavia, le cospicue entrate di cui dispone gli consentono d’investire nelle numerosissime committenze. (…)
Per quanto riguarda la realizzazione della Cassetta (…), i cristalli di rocca, preziosissimi e importati dall’Oriente, sono stati realizzati per primi e sono i più costosi.
A tal riguardo, la corrispondenza tra la committenza e Giovanni Bernardi, tra i più celebri e pagati incisori rinascimentali, risalgono già al ’43.
Nel ’44, si hanno documentate notizie sulla realizzazione dei più grossi, quelli ovali.
Inoltre, lavorarono alla Cassetta, grandi architetti e artisti del calibro di Pellegrino Tibaldi e Perin Del Vaga, per citarne alcuni.
Infatti, le meravigliose scene mitologiche legate a tematiche di Alessandro Magno ricordano quelle della Sala Paolina a Castel Sant’Angelo, proprio perché gli autori sono gli stessi.
A tal riguardo, la Cassetta Farnese rappresenta un sublime esempio di multum in parvum, ossia un’architettura monumentale in piccolo.
Per quanto riguarda i materiali: la Cassetta è integralmente realizzata in preziosissimo argento; perni, legature, saldature e ribattini, inclusi.
A tal proposito, le indagini scientifiche, necessarie prima d’iniziare il restauro, hanno evidenziato che trattasi d’argento puro con valori superiori al 99%.
In più, alcune parti, come le scene mitologiche, sono eseguite a sbalzo.
Invece, tutte le statuette, ben 25, che decorano la Cassetta, sono state realizzate con la pregiatissima tecnica a “cera persa”, costituita anche da rame e oro.
Tutte le superfici, una volta fuse e decorate, sono state ricoperte da uno strato di oro zecchino.
Inoltre, il restauro della Cassetta Farnese ha comportato l’esigenza di smontarla completamente.
Ciò ha permesso scoperte e rivelazioni d’estremo valore.
Ad esempio, la scoperta di una serratura segreta della Cassetta, attivabile da un piccolissimo foro nascosto tra le decorazioni.
Essa consente l’accesso a un sistema di incastri non a vista che garantisce l’assemblaggio delle decine di parti che costituiscono l’opera.
Ancor più sorprendente, è stato il ritrovamento d’una lettera in filigrana, ripiegata nel doppio fondo della Cassetta.
Ora, si trova in restauro e il contenuto del testo non è ancora stato sciolto.
Inizialmente, si era pensato che fosse legata alla Cassetta stessa, soprattutto perché ne è coeva.
Tuttavia, tale teoria è stata abbandonata, quando i restauratori si sono accorti che, togliendola, il fondo della Cassetta fletteva.
Pertanto, è altamente probabile ch’essa si trovasse lì solo per fare da spessore stabilizzante.
Infatti, in fase di rimontaggio, sono stati, poi, inseriti altri spessori.
Conludendo, abbiamo documentazione relativa a un’esigenza di restauro, del 1800, perché l’effige di Ercole, posta sopra la Cassetta, ondeggiava. Stante che, oggi, tale problematica non sia stata riscontrata, ci dice che il suddetto intervento sia andato pienamente a buon fine.
Oggi, questa Cassetta è tornata a nuova luce e a nuova vita».
Gallery per gentile concessione Gruppo Intesa Sanpaolo:
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