SEI ANCORA QUI: recensione al film
SEI ANCORA QUI
RECENSIONE AL FILM
ATMOSFERE GLACIALI, LUCI CUPE E IL MISTERO D’UNA TRAGEDIA DA RISOLVERE PER UN THRILLER CHE V’INCOLLERÀ ALLA SEDIA
DAL 27 SETTEMBRE AL CINEMA
di Elisa Pedini
“SEI ANCORA QUI”, dal 27 settembre nelle sale italiane, per la regia di Scott Speer, è un thriller fantasy film, decisamente piacevole da vedere.
Infatti, un intreccio solido, una trama coinvolgente, un ritmo sostenuto, una suspense ben gestita e a una regia intelligente rendono questa pellicola coinvolgente e appassionante.
Sicuramente, complici, anche, gli spettrali e glaciali paesaggi canadesi, con la loro luce metallica e le ambientazioni spesso cupe e misteriose.
Trattasi dell’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo per ragazzi di Daniel Waters, sceneggiatore, regista, nonché scrittore di notevole fama.
In particolare, proprio per il thriller e il fantasy.
Dunque, partendo da una base già ottima, Scott Speer ci confeziona un film avvincente.
La trama ci narra la storia di Ronnie Calder, una liceale ombrosa e riflessiva, che, ogni mattina, fa colazione con suo padre.
Peccato che, quest’uomo, sia morto dieci anni prima, insieme a milioni di altre persone.
Infatti, un non meglio chiarito incidente ha comportato un’esplosione catastrofica decimando la popolazione del nord America.
In realtà, verremo a scoprire che questa tragedia, è stata provocata da un esperimento scientifico altamente inquietante e rischioso, per l’appunto, finito male.
Conseguentemente, anche le ripercussioni, successive all’esplosione, si mostrano quanto meno inquietanti.
Difatti, queste persone morte, non se ne sono mai andate, pur non essendoci più.
In altre parole, hanno lasciato un’impronta di loro sulla terra e si muovono fra i viventi, ripetendo, esattamente, quello che stavano facendo al momento della morte.
Tuttavia, questi “redivivi”, così vengono chiamati, sono una sorta di ologrammi, visibili, ma completamente incorporei.
Inoltre, non possono interagire con i viventi, né incidere in alcun modo nelle loro vite.
Tutto ciò, è chiaramente spiegato a scuola dal professore di Ronnie: Mr August Bittner.
Chiaramente, la situazione da disagio a tutti.
Certo, ognuno reagisce a modo suo, ma tutti hanno atteggiamenti e comportamenti che rivelano il dolore che portano dentro e che non si potrà mai sanare visto il perpetrarsi della presenza dei cari estinti.
Perdere qualcuno di caro, in modo tragico e violento è già di per sé un evento difficile da superare.
Nel caso specifico, l’inquietudine dei personaggi e i loro abissi vengono resi in modo intelligente, speculativo, molto profondo, seppur non smaccato.
Esattamente, come accade nella realtà.
D’altronde, il dolore, quello profondo, si gioca dentro, si gioca nei silenzi, negli sguardi sfuggenti, in una vita che va avanti, ma che, in realtà, s’è fermata davanti a un perché senza risposta, davanti a un senso di colpa.
Lasciar andare chi va, è il compito più difficile e spesso incompiuto, di chi resta.
Personalmente, ho trovato ben gestita e molto realistica l’introspezione psicologica dei personaggi, che va a dare un forte valore aggiunto anche agli accadimenti soprannaturali del film.
Infatti, a un certo punto, diviene evidente che ci sia qualcosa che non quadra.
Da un lato, i “redivivi” sembrano aumentare massivamente di numero.
Dall’altro, Ronnie se ne trova davanti uno in casa, che, però, non solo non ha mai visto, ma non ha mai neppure conosciuto.
Si tratta d’un ragazzo. Ha un’espressione cupa e scrive sullo specchio “Scappa!”.
Pur non parlando, è evidente che sta interagendo con lei.
Apparentemente, non ha neppure buone intenzioni.
Quindi, la tensione emotiva della protagonista si trasmette a chi guarda. Seppur c’è qualcosa che non quadra, qualcosa che sfugge e che tormenta la ragazza e lo spettatore.
A quel punto, Ronnie chiede aiuto a Mr Bittner.
Tuttavia, non riceve da lui l’aiuto sperato e così si rivolge a un suo compagno di classe, Kirk Lane.
Costui è un ragazzo solitario, silenzioso, ombroso, distanziante; ma sembra saperla lunga sui “redivivi”.
Da qui, partono le indagini dei due ragazzi e il ritmo si fa sempre più serrato.
Tra colpi di scena, picchi di vera suspense alternati sapientemente ad avvenimenti romantici o di struggente umanità, Sei ancora qui tiene lo spettatore incollato alla poltrona.
Per concludere, voglio sottolineare l’interpretazione molto convincente e vissuta: una intensa Bella Thorne ci regala una Ronnie Calder estremamente vera. Altrettanto Dermont Mulroney da vita a un professor Bittner affascinante, pieno, ambiguo. Infine, Richard Harmon riesce pienamente a incarnare molto bene la complessità e la profondità di dolore e mistero del personaggio di Kirk Lane.
Gallery per gentile concessione Eagle Pictures: