Maestoso concerto del Quartetto Cèsar
GRANDE SUCCESSO PER IL CONCERTO DEL QUARTETTO CÈSAR
UN PROGRAMMA D’ECCEZIONE, SONORITÀ DI PREGIO NELLA PREZIOSA CORNICE DI SANTA MARIA DELLA CONSOLAZIONE A MILANO
di Riccardo Scharf
Si è svolto ieri, sabato 26 gennaio 2019 alle ore 21 presso la centralissima chiesa barocca di Santa Maria della Consolazione a Milano il concerto del quartetto d’archi Cèsar.
L’ensemble, costituito dai Maestri Bruno Tripoli, Marco Varisco, Antonio Papetti e Angela Woon Young Kang, ha presentato un programma con brani di Mozart, Beethoven e Puccini.
A dirla così, in maniera semplicistica, sembrerebbe un normale concerto come tanti se ne sentono.
Invece, ieri sera, il Quartetto ci ha regalato un’intensa emozione di paesaggi sonori.
Partendo da un’inedita scelta di brani, tanto moderni per sonorità, quanto classici per autori.
Infatti, l’esecuzione magistrale ha portato il pubblico nel genio creativo del Salisburghese.
Letteralmente, siamo stati trascinati attraverso i quattro movimenti del quartetto n° 19 in Do maggiore.
Qui, il pubblico è stato rapito dalla maestria dell’uso del colore del quartetto.
In particolare, già dalle prime note, dense di cromatismi e notevolmente moderne per l’epoca mozartiana.
I pianissimi, quasi sussurrati.
Accostati ad un susseguirsi di note dall’intensità drammatica.
Un connubio che ha dato, a noi ascoltatori, la sensazione di assistere al momento compositivo avvenuto nella mente del Genio Austriaco
Come in un film, nel quale magicamente dal caos si arriva ad un ordine maestoso e brillante.
Così, la lunga sequenza di suoni caldi e pastosi che poggiavano sulle capaci spalle del maestro Papetti e del suo incredibile violoncello si sono snodate con maestria ed intensità.
Tutto ciò, in un climax fino all’allegro molto, dove il primo violino, suonato con passionalità dal Maestro Tripoli, ci ha donato una nitidezza e pulizia di suono assolutamente strabilianti.
D’altro canto, il quartetto n°4 in Do minore di Beethoven ha mostrato a noi ascoltatori il classico piglio deciso sentimentale del maestro di Bonn.
Proprio perché composto in una tonalità particolarmente cara al Titano romantico, il quartetto ci ha catapultato in un mondo fatto di venti rivoluzionari e tensioni sociali.
Tutto ciò, accanto alla passione sentimentale che Beethoven ha versato in questa sua composizione anomala, perché priva di un reale movimento lento.
La viola del bravissimo Maestro Varisco ha fornito il tappeto sonoro su cui i compagni dell’ottimo Quartetto si muovevano con piglio deciso e delicato al contempo.
A tal riguardo, v’è da notare come l’ensemble mostri un amalgama fuori dal comune.
Tuttavia, l’apice dell’esecuzione lo si è raggiunto con la ammaliante interpretazione dell’elegia per archi di Puccini.
Precisamente, un brano che accosta intensità drammatica a innovazione.
Proprio in quest’ultima, la freschezza del suono del Maestro Angela Woon Young Kang ci ha regalato emozioni uniche e fuori dal tempo.
Concludo, sottolineando che l’ensemble è in procinto di partire per l’Arabia Saudita per una serie di concerti che, sono certo, riscuoterà un sicuro successo.
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