A MANO DISARMATA: recensione al film
A MANO DISARMATA
RECENSIONE AL FILM
«A Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato, Mario Francese, Giancarlo Siani, Pippo Fava, perché la vostra lotta ha reso forte la mia e la potenza delle vostre idee ha guidato la mia penna (…) la paura e il coraggio sono due facce della stessa medaglia: sta a noi decidere da quale parte volerla afferrare»
F.Angeli, “A mano disarmata. Cronaca di millesettecento giorni sotto scorta“, Baldini+Castoldi srl, Milano, 2018
NELLE SALE DA DOMANI 6 GIUGNO
di Elisa Pedini
A MANO DISARMATA, da domani, 6 giugno, nelle sale italiane, per la regia di Claudio Bonivento e distribuito da Eagle Pictures, è un film, decisamente, da non perdere.
Infatti, parla d’una storia vera, quella di Federica Angeli, giornalista di nera e giudiziaria della redazione di Roma de La Repubblica e della sua scelta coraggiosa di fare del suo lavoro, non solo, una professione; ma anche e soprattutto, un impegno civico e morale.
La pellicola è tratta dal libro scritto dalla giornalista, di cui riporto la dedica in apertura del pezzo e di cui Bonivento ha acquistato i diritti per poter dar vita a quello che, a mia opinione, è un ottimo prodotto cinematografico.
Inoltre, ho profondamente apprezzato il taglio che il regista ha deciso di dare.
Precisamente, la scelta registica s’è focalizzata su un aspetto decisamente tralasciato e mai sottolineato: le gravissime e terribili conseguenze sulla vita privata d’una persona che si trova sotto minaccia di morte.
Ne consegue che A mano disarmata risulti un film potente nella tematica e umanissimo e toccante nel suo svolgersi.
Ciò ancor più esalta la forza dell’importanza civica, dell’integrità morale e del coraggio delle azioni di Federica Angeli.
È il 2013 e siamo a Ostia, una località stupenda della Capitale, dove Federica è nata, cresciuta e vive con la sua famiglia.
Una notte, la giornalista è testimone oculare d’un evento criminoso che si svolge sotto casa sua.
Riconosce i boss dei clan mafiosi che controllano e piegano Ostia in un inferno di malavita e su cui sta già indagando da tempo. Non esita e li denuncia. Lei, da sola.
Nessuna delle altre persone che hanno visto si fa avanti.
Al contrario, come cagnetti spaventati dal bastone del padrone si rintanano mugolando dentro alle loro case, quando il boss ordina loro di farlo.
Da qui, è facile comprendere come la vita di Federica, ma anche quella di suo marito, dei suoi figli e di tutti i suoi congiunti, cambino radicalmente.
Per la sua incolumità viene messa sotto scorta armata, ma questo non può proteggere i suoi cari.
Conseguentemente, A mano disarmata ci conduce nell’abisso interiore di questa donna, che crede, fermamente, nel valore della verità e del suo lavoro; ma che, per questo, perde la sua libertà, la sua serenità e teme per la vita dei suoi cari.
Inoltre, magistrale la figura di questa professionista, che è anche mamma e cerca di fare in modo che l’innocenza dei suoi figli e i loro valori restino integri.
Infatti, la sua prerogativa è che l’orrore, che vedono e vivono, non li cambi.
Così, per loro, Federica cerca d’inventarsi un “gioco” in cui coinvolgerli ed ecco che gli uomini della scorta diventano due autisti privati che la vanno a prendere e le aprono la portiera, perché è stata bravissima e ha scritto un articolo eccezionale.
A mano disarmata è un film che va visto perché parla di vita vera, di scelte, d’umanità.
Insomma, una pellicola che va vista perché parla anche di noi. Rappresenta tutti noi, cittadini italiani.
Parla d’un alto senso civico e d’un austero coraggio totalmente ignoti al nostro popolo, trascinandoci dentro alla sfera più intima e privata di chi decide che, di fronte alla violenza e alla delinquenza non si possa mai tacere.
Per concludere, menzione d’onore va all’interpretazione di Claudia Gerini, che ci dona una Federica Angeli di pregio e spessore notevoli. Affiancata da un cast convincente, che completa il risultato finale: Francesco Venditti, nel ruolo Massimo, marito di Federica; Mirko Frezza e Rodolfo Laganà, rispettivamente nelle parti di Calogero e Rocco Costa, i due boss mafiosi.
Gallery per gentile concessione Eagle Pictures: