OPERA FESTIVAL 2019: AIDA recensione alla prima all’Arena di Verona
AIDA
RECENSIONE ALLA PRIMA
GRANDE SUCCESSO DELLA PRIMA DEL 22 GIUGNO ALL’ARENA
di Elisa Pedini
Grandissimo successo per la prima di AIDA, sabato 22 giugno all’Arena di Verona. L’opera del Verdi, giunta alla sua rappresentazione n. 700 nell’anfiteatro veronese viene riproposta nell’allestimento che il grande regista Gianfranco De Bosio ha ideato basandosi sui bozzetti dell’architetto Ettore Fagiuoli per la primissima Aida in Arena del 10 agosto 1913.
Inoltre, quest’anno, Aida va in scena arricchita delle disposizioni registiche che il Verdi stesso indicò per la prima assoluta del suo capolavoro nel 1872.
Inutile sottolineare che, per questo allestimento colossale, nessun palco sia migliore di quello dell’Arena. Sotto gli occhi del pubblico, i tecnici trasformano le ambientazioni con velocità ed eleganza, grazie alla maestria di De Bosio che, pur mantenendosi fedele ai disegni originali, vi ha apportato delle innovazioni proprio per rendere più snelli i cambi scena.
In più, mi piace sottolineare anche l’uso sapiente delle luci, che, grazie a nuovissimi impianti illuminotecnici, ha consentito di gustare in pieno tutta la luminosità e l’imponenza delle scenografie.
In più, un grande cast di artisti, ha completato questa prima di Aida, impeccabile, di fronte a un pubblico entusiasta di 12.000 persone.
Anna Pirozzi, soprano di rara eccezione, ci ha regalato un’Aida semplicemente sublime, con tutto il carico drammatico della sua voce calda e potente, dal timbro corposo.
Così, incanta il pubblico nella Scena Ritorna Vincitor!; letteralmente, lo rapisce nel Duetto Amore! Gaudio, tormento e infine lo trascina nello strazio del suo animo nell’Atto III.
Insomma, impeccabile.
Altresì, le fa eco un valoroso Murat Karahan, nel ruolo di Radamès. Infatti, la sua voce tenorile, spessa e squillante, ha dato vita a un sensuale, fiero e rigoroso guerriero, che, in scena, non può non far innamorare.
Indubbiamente, travolgente, nella famosissima Romanza Celeste Aida; fiero e risoluto nel Duetto Già i sacerdoti adunansi; coinvolgente e struggente nella Scena finale La fatal pietra sovra me si chiuse.
In più, la grandezza del mezzo-soprano Violeta Urmana, corona questa prima di Aida con una deliziosa Amneris. Per noi, abituati alla sua voce drammatica, forte, dai colori variegati, forse, è apparsa un’interpretazione lievemente al di sotto delle sue straordinarie doti.
Tuttavia, mi pare piuttosto comprensibile che l’emozione d’una prima così importante e davanti a un’Arena gremitissima e straordinariamente attenta, possa aver inciso in modo significativo.
D’altronde, è ben noto ai melomani, come le prime siano estremamente delicate.
A completare il cast d’altissimo pregio, il fantastico basso Romano Dal Zovo, ci ha portato in scena un Re dal personale austero, confermandosi, se ce ne fosse stato bisogno, un professionista di pregio.
Inoltre, un intenso Ramfis, padre di Aida, c’è stato offerto dal basso Dmitry Beloselskiy.
Infine, il baritono Amartuvshin Enkhbat, nel ruolo dell’implacabile Amonasro.
A mia opinione, in un’opera come Aida, non posso non citare l’esecuzione impeccabiledel Corpo di ballo dell’Arena di Verona e i primi ballerini: Petra Conti, Mick Zeni e Alessandro Macario, che, sulle coreografie di Susanna Egri.
Per concludere, va l’elogio al Direttore: Francesco Ivan Ciampa, che dal podio, ci ha regalato un’opera straordinaria, intensa, restituendoci tutta l’intensità, la magia e la genialità del Verdi, pur con un tocco brioso e personale.
Infatti, il pubblico apprezza e acclama a più riprese l’orchestra e il Maestro.
A tal riguardo, mi piace sottolineare la presenza sul palco delle trombe egizie, volute espressamente dallo stesso Verdi in partitura.
Domani, 27 giugno, la prima replica di Aida, assolutamente da non perdere.
Gallery by Ennevi per gentile concessione Fondazione Arena di Verona:
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