VERONA OPERA FESTIVAL 2019: IL TROVATORE recensione alla prima all’Arena di Verona
IL TROVATORE
RECENSIONE ALLA PRIMA
UN CAST D’ECCEZIONE
PER IL TROVATORE
TERZA OPERA IN CARTELLONE
DEL 97° OPERA FESTIVAL ALL’ARENA DI VERONA
di Elisa Pedini
Il Trovatore di Giuseppe Verdi è il terzo titolo dell’Opera Festival dell’Arena di Verona di quest’anno, che fa registrare un tutto esaurito più che meritato.
Per la regia e scenografia di Franco Zeffirelli, questo Trovatore prometteva grandi meraviglie e le ha mantenute in un’atmosfera di magia, fra maestose statue di guerrieri e torri medievali.
Così, il Maestro fiorentino trasporta il pubblico nel suo XV secolo che sa farsi notte e mistero, gioia e danza, amore e duello, vendetta e morte.
Il Trovatore è un’opera amatissima dal pubblico, sin dalla sua prima rappresentazione nel 1853.
Tuttavia, la sua trama, intricata e romanzesca ne fa quasi un’opera dal sapore di favola ed è proprio dentro quella che fiaba che Zeffirelli conduce il pubblico dell’anfiteatro veronese.
Inutile sottolineare come la magia che permea l’Arena sia il miglior luogo dove ricreare tale atmosfera.
Oltre a ciò, un cast di sublime eccezione completa la favola di questo Trovatore areniano.
A questo punto, mi piace indulgere in questa mia recensione alla prima, in modo particolare, proprio sull’eccezionalità del cast, che seduce e trascina il pubblico.
Parto da lei, l’incantevole Anna Netrebko, acclamata soprano russa, attesissima dal pubblico, che ci regala una Leonora viva, reale, pulsante.
Tuttavia, esordire sul palcoscenico dell’Arena è un’emozione enorme anche per una superstar come Anna e il suo incipit è timido, sottotono. Ma, basta poco perché ritrovi la sua grinta e la voce esca con tutta la sua potenza e passione, regalandoci una straordinaria Cabaletta Di tale amor, che dirsi.
Da questo momento è un climax di magnificenza, dove la sua capacità espressiva e i suoi colori, alle volte, forse, fin troppo caricati, mandano in estasi il pubblico.
Inoltre, nota d’altissimo merito, va al tenore Yusif Eyvazov, anche lui esordiente sul palco dell’Arena, compagno di vita della Netrebko e appassionato Manrico, innamorato di Leonora, sulla scena.
Inutile sottolinearne la perfezione della performance. Timbro squillante e deciso, fraseggio chiaro. Una voce calda, che seduce e magistralmente passa dall’amoroso, al drammatico, all’eroico.
Insomma, convince e coinvolge questo Manrico, facendo impazzire il pubblico con una delle Cabalette più famose de’ Il Trovare, Di quella pira l’orrendo foco.
Poi, che dire, dell’incantevole baritono Luca Salsi. Il suo Conte di Luna, determinato e volitivo, vive nella sua voce decisa e profonda. Qualche lieve imprecisione non diminuisce certo lo strepitoso successo e il pubblico lo acclama.
In più, un’altra grande artista, la mezzosoprano Dolora Zajick, ci regala un’intensa Azucena. La sua voce drammatica dà vita a una vecchia schiacciata tra i rimorsi e il desiderio di vendetta. Il tono profondo e vibrante della voce di Dolora ci mostra una donna che distrugge e si distrugge nella sua follia. Davvero, molto realistica e credibile.
Infine, il basso Riccardo Fassi, ci porta in scena un Ferrando di pregio. Ottimo il fraseggio, caldo e deciso il tono.
Concludo, con una nota sulla direzione del Maestro Pier Giorgio Morandi, che, a mia opinione, è stata molto apprezzabile. Briosa, con respiri ampi nei momenti giusti. A me, è decisamente piaciuta.
Il Trovatore di questo 97° Opera Festival dell’Arena di Verona è, davvero, una produzione eccellente che va assolutamente vista. In cartellone per sole cinque repliche, di cui le prime tre con questo cast.
Gallery by Ennevi per gentile concessione Fondazione Arena di Verona:
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