Lezioni di musica: Wagner e Bakunin
Rubrica a cura di: Prof. Riccardo Scharf
Docente al Dipartimento di Musica e al Dipartimento di studi classici
LEZIONI DI MUSICA:
Wagner e Bakunin
Ieri, nella mia video-aula abbiamo fatto dei collegamenti tra Musica e Filosofia, perché sempre le discipline sono collegate tra loro.
Se il romanticismo è un movimento artistico che cattura e deve tutto al sentimento, allora, si spiega perché i suoi esponenti si dessero a questo sentire fino in fondo.
Wagner, insieme a Beethoven e Verdi, è considerato uno dei titani del romanticismo.
Infatti, partecipò pienamente al periodo di rivoluzioni e ribellioni che caratterizzavano l’inizio dell’800.
Allora la gente aveva appena iniziato ad assaporare quel vento di democraticizzazione che la Rivoluzione Francese aveva generato e che le armate napoleoniche avevano diffuso per tutta Europa.
In verità, i tecnocrati al seguito di Metternicht avevano pensato di poter addomesticare l’animo indomito di quanti chiedevano una maggior libertà con il congresso di Vienna.
Quindi, costoro avevano fatto i conti senza il vento del nazionalismo che iniziava a spirare forte ed avrebbe caratterizzato tutto il secolo.
E così non nei moti del ‘20-’21 (Il piccolo Richard ne aveva solo 7), né a quelli del 30-31 (per l’epoca era ancora minorenne), ma quando l’Europa si infiammò una terza volta, nel ’48 il maestro Wagner era pronto.
Infatti, aveva già conosciuto il filosofo Prudhonne, che insieme a Bakunin e a Marx avrebbero guidato la prima Internazionale socialista di lì a pochi anni1.
La miccia della rivolta scoppiò a Dresda, capitale della Sassonia, in quella che era un coacervo di staterelli che si agitavano nel periodo di transizione tra ancien-regime e democrazia. E a quell’epoca i musicisti erano dei veri ribelli, come i letterati e gli artisti in generale.
Fu così che l’apprezzato maestro di Musica, impiegato presso il regio teatro della vicina Lipsia, corse a Dresda non appena seppe che il popolo chiedeva maggior libertà e la concessione di una costituzione.
Wagner arrivò ed imbracciò lo schioppo. Poi salì sulle barricate e si diede da fare, sparando contro i birri che il re Federico Augusto II aveva mandato per reprimere l’insurrezione.
Lì, sulle barricate, Wagner conobbe Bakunin, un panciuto russo che teorizzava la libertà estrema da qualsiasi forma di costrizione governativa.
La ribellione durò poco, l’amicizia pure.
Bakunin fu arrestato ed estradato in Russia.
Wagner riuscì a fuggire grazie all’aiuto dell’amico Listz, però si giocò la moglie Minna: “tornerò da voi – gli disse la donna mentre lui l’accompagnava al treno per metterla in salvo – quando avrete uno stipendio degno di me”.
Questa profezia fu in realtà un boomerang, perché Wagner ebbe fior di stipendi che spese in modo davvero incredibile: era assolutamente incapace di controllare il flusso di denaro che gli capitava per le mani.
Ma, da Minna non tornò più.
1 Nel 1864 a Londra.
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