Cavalleria rusticana e Pagliacci: recensione alla prima
CAVALLERIA RUSTICANA e PAGLIACCI
recensione alla prima
UN CAST D’ECCEZIONE
PER LA PRIMA DI
CAVALLERIA RUSTICANA
di Pietro Mascagni
E
PAGLIACCI
di Ruggero Leoncavallo
400 METRI QUADRATI DI SCENOGRAFIA DIGITALE CHE INCANTA
RIPRESE RAI PER GLI SPETTACOLI IN PRIMA SERATA IN ONDA SU RAI3 DAL 27 LUGLIO
E UN VOLO DI RONDINI CHE GIOCANO NEL CIELO SOPRA L’ARENA
PER DIRCI CHE L’INCANTO RITORNA ALL’ARENA DI VERONA
COL 98° OPERA FESTIVAL
di Elisa Pedini
Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni su libretto di Giovanni Targioni Tozzetti e Guido Menasci, è un melodramma in atto unico, per tradizione rappresentato insieme al dramma Pagliacci, parole e musica di Ruggero Leoncavallo.
Rispetta la tradizione l’Arena di Verona per il secondo titolo in cartellone dell’Opera Festival 2021, che decisamente mantiene le promesse fatte dalla Sovrintendente Cecilia Gasdia in conferenza stampa: «(…) Abbiamo nuovi allestimenti per mantenere le distanze, meno architettonici, ma non meno spettacolari (…)».
Questa recensione è della prima del 25 giugno 2021 che ha visto in scena un cast d’eccezione e di straordinaria bravura che però non sarà presente nelle repliche. In fondo all’articolo troverete le indicazioni con i relativi cast.
Volutamente ho atteso a pubblicare la critica della prima perché in Arena abbiamo avuto la lieta sorpresa d’assistere alle registrazioni RAI per Rai Cultura che riproprorrà queste opere e l’Aida, con la conduzione di Pippo Baudo e Antonio Di Bella, a partire dal 27 luglio alle 21:20 su rai3.
Quindi, dato che il pubblico da casa avrà l’occasione di gustare esattamente questa prima, ho ritenuto fosse più utile attendere di conoscere la data della messa in onda.
L’Arena è magia pura e torna in tutto il suo potente splendore.
Persino le rondini, in un volo giocoso nel cielo rosato sopra il palco, annunciano col loro allegro garrire, l’ingresso del tradizionale gong areniano, che scandisce l’imminente inizio d’un sogno che, seppur funestato e duramente colpito, non ha mai smesso di vivere guardando con coraggio verso quel cielo e quella vita nova che le rondini sembrano proprio promettere.
Senza ulteriori indugi, passo alla critica.
Innanzi tutto, una scenografia che mi ha incantata. Imponente come solo l’Arena consente, l’ho personalmente trovata molto realistica e coinvolgente senza per questo prevaricare o cozzare con una scena che mostra architetture essenziali, per le ragioni già spiegate, ma comunque complete e curate ai fini del dettaglio e della comprensione delle ambientazioni.
Quindi, mi sento di dire che la magia tipica delle rappresentazioni in Arena sia stata ampiamente mantenuta con impegno e maestria notevoli.
Oltre a ciò, un cast molto curato completa il quadro d’una serata che complessivamente merita solo che lodi.
A questo punto, mi piace indulgere, proprio sul cast di questa prima di Cavalleria Rusticana e Pagliacci.
Partendo da Cavalleria Rusticana, l’incantevole Clarissa Leonardi, mezzosoprano, ci regala una Lola viva, reale, civetta e gatta morta quanto basta per mettere in risalto la contrapposizione caratteriale tra lei e la disperata, ma determinata Santuzza, interpretata da una solida e straordinaria Sonia Ganassi.
Clarissa innamora con la sua voce che spazia con agilità dallo scuro al brillante, rendendo con estrema credibilità il carattere della vezzosa Lola. Sublime nello stornello Fior di giaggiolo ove le capacità virtuosistiche mettono in risalto tutta la sfida di quella civetteria.
Contrapposta al personaggio della Ganassi, mezzo soprano, dalla voce solida, piena, ferma, avvolgente, che sa farsi anche secca e perentoria, riuscendo, così, a far vibrare in modo materico l’anima di Santuzza, accorata, ma combattiva. Tutto il suo dolore vien fuori nel timbro sicuro e robusto della Ganassi nel duetto con Turiddu Ah, lo vedi, che hai tu detto della scena VII, che si conclude con il famosissimo anatena della Malapasqua.
La presenza scenica di Clarissa e Sonia completa la resa a tutto tondo dei due personaggi femminili e il pubblico è trascinato dentro il vorticoso abisso emotivo che non può che portare alla tragedia.
Un’ottima Agostina Smimmero, mezzosoprano, in scena Lucia, madre di Turiddu completa il cast femminile.
Un vibrante Murat Karahan, tenore, ci regala un Turiddu tonante, profondo, ricco di coloriture di pregio. Coadiuvato da una presenza scenica di spessore, ci tratteggia un personaggio ben definito nel suo essere accecato da passioni che lui stesso non sa gestire e che solo di fronte all’ineluttabilità dello scontro, riesce a comprenderne portata e conseguenze. Una voce calda e seducente quella di Murat, che passa dal passionale, rabbioso del duetto Tu qui, Santuzza, al drammatico, quasi eroico del finale Mamma, quel vino è generoso. Incantevole.
E giungiamo a lui, volutamente lasciato per ultimo perché mi chiude Cavalleria rusticana e mi apre, in senso stretto e lato, Pagliacci.
Naturalmente, mi riferisco a Amartuvshin Enkhbat, grande baritono, molto apprezzato in Arena.
Professionista di bravura notevole, caratterizzato da una voce nobile e seducente, dal timbro ricco e profondo, colore intenso e molto variegato, fraseggio chiaro.
Se in Cavalleria rusticana ci mostra un Alfio, marito di Lola, convincente nel complesso, ma un po’ compassato, le sue doti vocali ed espressive sono però chiare ed esplodono in tutta la loro potenza in un’interpretazione straordinaria di Tonio (Taddeo nella commedia) in Pagliacci.
Infatti, è proprio Amartuvshin ad aprire Pagliacci, indossando nel prologo, eseguito magistralmente, i panni di “Fellini” con tanto d’impermeabile, sciarpa, megafono e sedia da regista. Un incanto.
Personalmente, ho trovato sublime questo fondere Leoncavallo e Fellini. Ai miei occhi, è risultata una geniale e ben calibrata compenetrazione della magia della lirica con quella del cinema.
In scena, uno strabiliante Yusif Eyvazov, tenore, ci dona una profonda quanto straziante personificazione di Canio (Pagliaccio nella commedia). La sua voce appassionata, calda, seducente, dal timbro deciso, convince e coinvolge con quelle punte di drammaticità eroica che è in grado d’evocare.
Nella famosissima aria Vesti la giubba mi ha quasi portata alla commozione.
Una straordinaria Marina Rebeka, soprano, ci regala una Nedda (Colombina nella commedia) vera, palpitante, solida nell’interpretazione e nella presenza scenica. La sua vocalità ricca, piena, sensuale insieme a una capacità di presenza scenica molto forte fanno letteralmente trabordare la passionalità e la forza del carattere della protagonista.
A completare, un bravo e convincente Mario Cassi, baritono, che porta in scena un appassionato Silvio, amante di Nedda e Riccardo Rados, tenore, che ci regala un impeccabile Peppe (Arlecchino nella commedia).
Infine, una nota va alla direzione del Maestro Marco Armiliato, che, a mia opinione, è stata davvero apprezzabile, seppur con talune lievi imprecisioni, per lo più relative a omogenità e coerenza lato coro, dovute alle necessarie e obbligatorie condizioni contingenti.
A tal riguardo, lasciatemi concludere con una doverosa nota di profondo elogio.
La critica che avete letto è relativa a una prima e come non mi stancherò mai di scrivervi, le prime sono complicate, sempre.
Questa prima in particolare, vi ricordo che l’Aida con Muti era in forma di concerto, è stata davvero una “prima” in ogni senso.
“Prima” come ritorno all’opera scenica e “prima” di una rinascita dopo quello che la Sovrintendete Cecilia Gasdia ha giustamente definito un «dopo guerra».
Pertanto, v’invito a riflettere sul peso emotivo e psicologico che gravava sia sullo staff, che sugli artisti, che sull’orchestra, che sul coro.
Poche e difficoltose le prove.
Gli artisti, eccezion fatta per i cantanti, erano tutti in scena con le mascherine, cosa non sicuramente semplice.
Il coro dell’Arena di Verona era schierato sulle gradinate a sinistra del Direttore per garantire le distanze di sicurezza.
REPLICA DEL 22 LUGLIO 2021 ALLE 21:00 |
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CAVALLERIA RUSTICANA |
PAGLIACCI |
Santuzza Maria José Siri Lola Clarissa Leonardi Turiddu Murat Karahan Alfio Sebastian Catana Lucia Agostina Smimmero |
Nedda Maria José Siri Canio Fabio Sartori Tonio Sebastian Catana Peppe Riccardo Rados Silvio Mario Cassi Un contadino Max René Cosotti Altro contadino Dario Giorgelè |
REPLICA DEL 31 LUGLIO 2021 ALLE 21:00 |
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CAVALLERIA RUSTICANA |
PAGLIACCI |
Santuzza Aleksandra Kurzak Lola Clarissa Leonardi Turiddu Roberto Alagna Alfio Ambrogio Maestri Lucia Elena Zilio |
Nedda Aleksandra Kurzak Canio Roberto Alagna Tonio Ambrogio Maestri Peppe Matteo Mezzaro Silvio Davide Luciano Un contadino Max René Cosotti Altro contadino Dario Giorgelè |
REPLICA DEL 14 AGOSTO 2021 ALLE 20:45 |
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CAVALLERIA RUSTICANA |
PAGLIACCI |
Santuzza Ekaterina Semenchuk Lola Clarissa Leonardi Turiddu Piero Pretti Alfio Ambrogio Maestri Lucia Agostina Smimmero |
Nedda Marina Rebeka Canio Vittorio Grigolo Tonio Ambrogio Maestri Peppe Matteo Mezzaro Silvio Mario Cassi Un contadino Max René Cosotti Altro contadino Dario Giorgelè |