Rigoletto: recensione alla prima al 100° Arena Opera Festival
RIGOLETTO
di Giuseppe Verdi
Recensione alla prima
ESORDISCE ALLA GRANDE QUESTO RIGOLETTO DEL 100° ARENA OPERA FESTIVAL
CON UN CAST ECCEZIONALE
UNA SCENOGRAFIA CURATA NEI DETTAGLI
E UNA REGIA CINEMATOGRAFICA FIRMATA ANTONIO ALBANESE
di Elisa Pedini
Rigoletto di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, un melodramma in tre atti, facente parte della cosiddetta “trilogia popolare” verdiana e considerata dal suo stesso autore come uno dei suoi migliori prodotti, è il quarto titolo in cartellone di questo straordinario 100° Arena di Verona Opera Festival.
Per la regia di Antonio Albanese, scenografia di Juan Guillermo Nova, lo spettacolo mantiene quanto promesso in conferenza stampa: una regia dinamica, cinematografica, tanto nell’allestimento, quanto nei movimenti sul palco.
Infatti, questo Rigoletto, pur rispettando atmosfere e personaggi, si porta avanti nel tempo, nel primo dopoguerra, anni Cinquanta circa.
Ciò, lo avevo già espresso e spiegato nel presentarvi quest’opera; ma vederlo è stato davvero molto coinvolgente.
Inoltre, per la prima volta, non solo la gestualità e le movenze si fanno più reali, più “vita vissuta”; ma s’accorciano anche le distanze tra pubblico e protagonista, seppur il doveroso rispetto dell’acustica, non consente un reale abbattimento della quarta parete, come lo si definirebbe in teatro.
Tuttavia, non voglio svelare troppo su quest’aspetto, perché va visto, va goduto e in modo vivo, diretto.
Invece, è importante sottolineare come l’impostazione cinematografica, nonché il concepimento di questo Rigoletto quale tributo al cinema neorealista, anticipati durante la conferenza stampa, si siano estrinsecati in uno spettacolo convincente, solido, fluido e assolutamente in asse con l’opera e con il messaggio verdiano.
Oltre, a un’altissima attenzione al dettaglio che s’estrinseca non solo nei costumi, curati da Valeria Donata Bettella; ma anche nella più piccola luce che si può scorgere negli interni.
A tal riguardo, rammento che le luci sono curate da Paolo Mazzon.
Come preannunciato, il preludio dell’opera è stato accompagnato con la proiezione d’un estratto d’un film: Bellissima di Luchino Visconti del 1951.
Antonio Albanese spiega:
«(… omissis …) un frammento che mi ha sempre straziato, in cui una bambina (Maria, n.d.r.) – nel film la figlia di Anna Magnani (Maddalena, n.d.r.) – è derisa da alcuni adulti, giurati di un concorso cinematografico. C’è una sottile corrispondenza fra questa scena straziante e i rapporti fra i personaggi nell’opera di Verdi: fra Rigoletto, la figlia, i cortigiani».
Altresì, il film è in bianco e nero e la sensazione è che col finire del preludio e dell’estratto e l’iniziare dell’opera, si uscisse dal telone del cinema all’aperto per continuare in un certo qual senso, il film sul palco. È una sensazione che non è semplice spiegare, è più emotivo-soggettiva che pratico-oggettiva. Ma, è incantevole.
In più, la scenografia, il famoso rotante su piano inclinato di cui Nova ci aveva già parlato in conferenza stampa, è interessante perché più che dare il senso d’un cambio scena, trasmette, realmente, quello d’un cambio immagine, o inquadratura, come preferite.
Certo, le prime sono sempre delicate e con scenografie così complicate qualche intoppo lo si rischia. Come di fatto è accaduto, ma è anche stato risolto molto rapidamente dai fantastici tecnici areniani.
Infine, vi ricordo che si alterneranno quattro baritoni nel ruolo di Rigoletto. Interpreti e date delle repliche li trovate in coda alla critica.
Ora, veniamo al clamoroso cast che ha reso assolutamente e definitivamente buono l’esordio di Rigoletto in cartellone.
Innanzi tutto, un supremo Roman Burdenko ci regala un Rigoletto vivo, reale, pieno, risultando più che convincente nel ruolo.
Con la sua voce baritonale spessa, robusta, sicura dal timbro nitido e ricca di variazioni e sfumature, trasmette i moti più profondi dell’anima d’un uomo complicato e contraddittorio com’è Rigoletto.
Così, ecco che sprezzante il timbro si fa più acuto e il colore più vivo mentre ironizza contro il Conte di Ceprano, siderale mentre irride il vecchio Monterone.
Ma vibra di sgomento e circospezione nel duetto con Sparafucile. Superbo!
E ancora, prfondo, meditabondo, ricco di modulazioni e il colore si fa brunito, cupo, come l’anima di chi riflette su ciò che è stato e ciò che è nella scena Pari siamo.
Sublime, lascia esplodere nella profondità della sua voce, l’amore d’un cuore di padre nel duetto Figlia! Mio padre!, fino all’accorato nella cabaletta Ah veglia o donna questo fior.
Trascina nelle famosissime aria Cortigiani, vil razza dannata e cabaletta Sì, vendetta, tremenda vendetta.
Altrettanto eccellente il baritono Gianfranco Montresor che porta alla commozione con il suo Conte di Monterone, che vive in quelle variazioni e sfumature di pregio che fanno vibrare le emozioni compartecipando alla sua disperazione, alla sua dignità e a quella maledizione, che sconvolge Rigoletto e ne cambia le sorti.
Altresì, straordinario e perfetto il basso Gianluca Buratto che incarna in maniera sublime Sparafucile, estrinsecandone ogni sfumatura con la sua voce solida, profonda, dal timbro nitido e dal colore scuro, misterioso. Incanta nel duetto con Rigoletto Quel vecchio maledivami! dove tiene un Fa finale, senza indugi e senza increspature. Divino!
Ovviamente e meritatamente, il pubblico lo acclama.
Ora, veniamo a lei, la straordinaria soprano Rosa Feola che debutta in Arena in sostituzione di Nina Minasyan assente per indisposizione.
Una voce eccellente, potente e fresca, dal registro ampio e da coloriture di pregio, che sa farsi calda e appassionata nel duetto È il sol dell’anima, la vita è amore e sognante quanto teneramente innamorata nella scena e aria Gualtier Maldè … Caro nome...
Tuttavia, vibra d’ingenuità, disperazione e nonostante tutto, amore, nel duetto Tutte le feste al tempio.
Veramente, sublime!
Infine, lui, il Duca di Mantova che il tenore Yusif Eyvazov ci rende talmente seducente da farcelo davvero amare.
Lievi incertezze non diminuiscono un’interpretazione che risulta vera e convincente.
Infatti, la sua voce straordinaria, potente, dalle sfumature variegate, con quel tono che sa farsi ruvido, graffiante, rendendo il Duca un uomo in carne e ossa, reale davanti agli occhi del pubblico, seduce e trascina nella famosa ballata Questa o quella per me pari sono.
Il tono si fa morbido e sensuale dal colore acceso nel duetto con Gilda È il sol dell’anima, la vita è amore. Vibra talmente pieno e reale che innamora pure il pubblico.
Altrettanto dicasi per la scena Ella mi fu rapita! che Yusif rende con una tale carica di profonda sensualità che, quasi, quasi, gli si crede davvero!
Convincente anche nel quartetto Bella figlia dell’amore ove riesce a rendere bene la sfumatura di seduttore viscido del personaggio.
Completano il cast la mezzosoprano Valeria Girardello che ci porta in scena una Maddalena, sorella di Sparafucile, veramente deliziosa e la mezzosoprano Agostina Smimmero nel ruolo di Giovanna, ben poco fida domestica di Rigoletto.
Inoltre, il baritono Niccolò Ceriani nel ruolo di Marullo e il tenore Riccardo Rados in quello di Matteo Borsa; mentre il Conte di Ceprano è interpretato dal baritono Roberto Accurso e la Contessa dalla soprano Francesca Maionchi.
Infine, il basso Giorgi Manoshvili interpreta un usciere di corte la soprano Elisabetta Zizzo un paggio della Duchessa.
Orchestra, Coro e Corpo di Ballo di Fondazione Arena di Verona.
A dirigere dal podio il Maestro Marco Armiliato che conferma la sua direzione premurosa, sostenendo, quasi accompagnando passo passo tanto i musicisti quanto i cantanti.
REPLICHE DI RIGOLETTO
LUGLIO ALLE ORE 21:00 |
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07/07 |
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Il Duca di Mantova Yusif Eyvazov Rigoletto Ludovic Tézier Gilda Nina Minasyan Sparafucile Gianluca Buratto Maddalena Valeria Girardello Giovanna Agostina Smimmero Marullo Nicolò Ceriani |
Il Conte di Monterone Gianfranco Montresor Matteo Borsa Riccardo Rados Il Conte di Ceprano Roberto Accurso La Contessa di Ceprano Francesca Maionchi Un usciere di corte Giorgi Manoshvili Un paggio della Duchessa Elisabetta Zizzo |
20/07 |
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Il Duca di Mantova Juan Diego Flórez Rigoletto Luca Salsi Gilda Nina Minasyan Sparafucile Gianluca Buratto Maddalena Valeria Girardello Giovanna Agostina Smimmero Marullo Nicolò Ceriani |
Il Conte di Monterone Gianfranco Montresor Matteo Borsa Riccardo Rados Il Conte di Ceprano Roberto Accurso La Contessa di Ceprano Francesca Maionchi Un usciere di corte Giorgi Manoshvili Un paggio della Duchessa Elisabetta Zizzo |
AGOSTO ALLE ORE 20:45 |
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04/08 |
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Il Duca di Mantova Piotr Beczala Rigoletto Amartuvshin Enkhbat Gilda Nadine Sierra Sparafucile Gianluca Buratto Maddalena Valeria Girardello Giovanna Agostina Smimmero Marullo Nicolò Ceriani |
Il Conte di Monterone Gianfranco Montresor Matteo Borsa Riccardo Rados Il Conte di Ceprano Roberto Accurso La Contessa di Ceprano Francesca Maionchi Un usciere di corte Giorgi Manoshvili Un paggio della Duchessa Elisabetta Zizzo |