PILLOLE DI: letteratura francese

PILLOLE DI:

 

LETTERATURA FRANCESE

 

 

LA BELLE ÉPOQUE

 

 

SOTTO I FASTI DEL PROGRESSO E LA VOLUTTÀ DELLA BELLEZZA E DEL LUSSO

SI NASCONDONO DISEGUAGLIANZE, MISERIA TENSIONI POLITICHE E IDEOLOGICHE

 

 

 

 

 

di Elisa Pedini

 

 

Con l’espressione Belle Époque si va a identificare un periodo indicativo che va dalla fine del XIX secolo (1875 circa) al primo decennio del XX secolo, per l’esattezza lo scoppio della I Guerra Mondiale (1914).

La Storia e i confini temporali ci aiutano a spiegare meglio e a comprendere meglio; ma, mai dobbiamo dimenticare che nulla di quello che studiamo è avulso da noi, bensì trattasi di vita vissuta dai nostri bisnonni o nonni.

Per esempio, un certo filone di storici fanno partire questo periodo da dopo la depressione economica, 1890 circa.

Invero, io prediligo stare dalla parte di quegli storici che, invece, lo fanno partire dal 1875 e fra qualche riga il perché sarà ben chiaro.

Pertanto, la Storia, la letteratura e gli autori vanno innanzi tutto considerati nell’ordine: Vita, prodotto del lavoro umano, nostri antenati e manco tanto lontani in questo caso.

Esattamente com’è per noi, nel quotidiano: ogni evento non scaturisce dal nulla, così, per caso. Ma, è conseguenza di previ eventi, ovvero di azioni umane antecedenti.

Così come, il progresso scientifico, tecnologico e i grandi prodotti artistici e letterari non sono una fatalità; ma il frutto dell’ingegno, del genio e del duro lavoro umani.

Chiarito questo per la milionesima volta, ma repetita iuvant, procediamo col descrivere questo periodo storico.

Sotto il termine di Belle Époque si raggruppano in verità un modo di vivere e di percepire che impatta in particolare la Francia in tutti i settori della vita: sociologico, politico, economico, artistico, musicale, letterario, ecc.

Dalla Francia s’estende e contamina l’Europa.

Siamo di fronte a una stagione caratterizzata da grandi cambiamenti, da avanzamenti sociali e da un forte sentimento d’ottimismo.

La IIIe République rafforza il mito della Ville Lumière.

Nel 1875 è finalmente costruita l’Opéra e poco dopo il Palais du Trocadéro e poi ancora, il Grand Palais, il Petit Palais e il Pont d’Alexandre.

Parigi annette il villaggio di Montmartre che diventa un quartiere; ma anche l’emblema assoluto delle contraddizioni della Belle Époque.

Per un verso, i più celebri artisti vanno a viverci o lo frequentano regolarmente, fomentando il mito della vie bohémienne e dell’artista “bello e dannato”.

Per l’altro, è luogo di povertà, desolazione e morte.

Inoltre, le misure che seguirono alle leggi costituzionali del 1875 danno ai francesi ancora più grandi libertà.

Infatti, la stampa diventa libera e senza censura. Il popolo acquisisce il diritto di riunirsi, di costituire associazioni e i sindacati.

In più, le leggi scolastiche: l’insegnamento diventa pubblico, gratuito, laico e obbligatorio assicurando la promozione dei valori che sono alla base della società francese.

In aggiunta, abbiamo la separazione tra la Chiesa e lo Stato e un progressivo movimento verso la laicizzazione della società francese.

Pur restando un aspetto importante della vita e un diritto la libertà d’esercitare il proprio culto, la religione diventa una questione privata dei cittadini.

Per conseguenza delle Lois Ferry (1881), dal nome del ministro dell’educazione che le ha emanate, i contenuti religiosi sono eliminati dai programmi scolastici, così come ogni simbolo o riferimento religioso dalle scuole.

Nel 1884, la Francia riconosce anche il diritto al divorzio.

Oltre a questo, non dimentichiamo i grandi progessi tecnologici, quali: l’elettricità, la radio, il cinema, la diffusione delle automobili, gli aerei e non da ultimi i forti sviluppi dell’industria e del commercio.

Inoltre, assistiamo anche a importanti scoperte scientifiche come il vaccino contro la tubercolosi e i raggi X con la conseguente forte riduzione del tasso di mortalità, soprattutto intantile.

Tutto questo porta a un senso di felicità e grandezza.

Dunque, l’espressione Belle Époque indica proprio l’atmosfera frivola e leggera che si respira in questo periodo.

Parigi diventa il centro dell’attenzione del mondo lanciando nuove forme di moda, di arte e di divertimento.

È il fiorire dei café-chantants, del cancan delle Folies-Bergère o del Moulin Rouge, dell’Art Nouveau con i suoi colori e la sua sensuale voluttà.

Soprattutto, l’avvenimento con certezza più emblematico è l’esposizione universale, che diventa l’occasione per i vari paesi d’esibire la loro potenza economica.

Di nuovo, è Parigi che, con l’occasione dell’Exposition Universelle, sbalordisce il mondo intero con l’imponenza della Tour Eiffel.

È il 1889.

Tuttavia, come già premesso, dietro alla facciata dorata si cela la più dura e impietosa delle realtà.

Infatti, le diseguaglianze sociali si fanno abissali.

Da un lato, la depressione economica, iniziata nel 1873, vede inasprire il divario tra i ricchi, resi ancor più prosperi dal progresso e i poveri, ancor più miseri.

Dall’altro, gli industriali arricchiscono e le classi operaie muoiono.

Infatti, le industrie e il mondo operaio sono un inferno: malattie e morte sono all’ordine del giorno.

Inoltre, i quartieri popolari versano in condizioni igienico-sanitarie pietose.

In più, le tensioni tanto politiche quanto ideologiche offuscano l’orizzonte di foschi presagi.

Oltre a ciò, è questo il periodo degli “-ismi”: il positivismo, il naturalismo, l’impressionismo, il simbolismo, il realismo; mentre iniziano la loro ascesa i nazionalismi.

In letteratura, Zola è sicuramente lo scrittore più attento facendosi protagonista del perioso.

Sia dando voce all’atroce realtà di miseria e morte del popolo. In particolare, con la saga dei Rougon-Macquart.

Sia quale giornalista impegnato. Ricordiamo che questo è il periodo del grande scandalo dell’Affaire Dreyfus e del famosissimo articolo J’accuse di Zola, pubblicato il 13 gennaio 1898 sul quotidiano L’Aurore e che gli costerà il gabbio.

Zola nasce naturalista ed egli applica il metodo sperimentale al romanzo. La vita diventa la protagonista tal qual è.

Invero, tanto i naturalisti quanto i realisti pescano i loro soggetti nella vita quotidiana. Tuttavia, i primi completano la semplice “osservazione” con la “sperimentazione”. Zola espone la sua teoria nel suo saggio Il romanzo sperimentale, considerato il Manifesto del naturalismo.

Nel 1905, la Francia torna a scuotere l’ideologia europea. La République rafforza e assicura ufficialmente la libertà di culto e la non-discriminazione tra le religioni, dichiarandosi contestualmente: Stato laico e neutrale.

Ne consegue che la République, in forza della sua assoluta dichiarata neutralità, non sovvenzioni più alcun tipo di religione, né ne riconosca alcuna quale legalmente consacrata.

Così, il processo di laicizzazione della società francese diviene totale.

 

 

 

 

 

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