Il Melodramma di Pietro Metastasio: recensione al libro
Il Melodramma di Pietro Metastasio
Il Primato del Testo
di Luca Lupoli
Recensione al libro
UN VIAGGIO NELL’ANIMA E QUINDI NELL’OPERA
DEL GRANDE DRAMMATURGO
CHE RIFORMÒ IL MELODRAMMA ITALIANO:
PIETRO METASTASIO
di Elisa Pedini
Il Melodramma di Pietro Metastasio scritto da Luca Lupoli, ricerche bibliografiche a cura di Olga De Maio, in uscita da oggi nelle librerie, è un testo decisamente convincente per struttura e scrittura e molto piacevole da leggere.
Poiché è stato per me un vero diletto leggerlo, passo senza indugi alla critica.
Innanzi tutto, tecnicamente il lavoro si mostra molto approfondito, approcciato con rigorosa metodologia, ricco di riferimenti bibliografici.
Inoltre, procede in maniera compatta e sistemica prendendo per mano il lettore, che s’orienta, comprende e compartecipa, a prescindere che abbia o no una cultura musicale.
Infatti, quello che colpisce ed entusiasma, portando a una lettura bramosa delle pagine è il modo con cui Luca Lupoli approccia il Metastasio e ci racconta di lui.
A tal riguardo, mi piace sottolineare che, nonostante Luca Lupoli sia tenore, docente, saggista e scrittore e proceda nei suoi lavori con rigoroso metodo accademico, egli matiene la sua scrittura fresca, coinvolgente e mai didascalica.
In Il Melodramma di Pietro Metastasio, lo scrittore ci rivela l’uomo: Pietro e il suo modo di vedere, percepire, intendere e volere.
Ne consegue che la sensazione sia quella d’un dialogo vero e proprio tra anime, che si comprendono e si compenetrano e insieme decidono di prendere a braccetto il lettore e invitarlo a fare un viaggio meraviglioso.
Inoltre, una scrittura fluida, chiara, immediata, franca e dal ritmo sostenuto, unita all’uso costante delle parole del drammaturgo stesso, rendono lo scorrere della narrazione qualcosa di vivo che coadiuva e rafforza l’impressione che Pietro Metastasio sia lì, reale, a raccontarsi.
In più, proprio attraverso le sue parole, il lettore è messo perfettamente in condizione non solo di seguire i tempi interiori metastasiani d’interrogazione e di maturazione, ma anche di vivere i suoi pensieri ed emozioni.
Infatti, egli può contare su una solida preparazione culturale, una profonda competenza musicale e su sue doti innate di gusto e raffinatezza.
Del resto, s’è formato con nomi quali Gravina e Porpora.
Così, con determinazione principia il suo lavoro di riformatore, ma non da solo, non è mai solo.
Con lui, ci sono sempre lo scrittore e il lettore, in quello che potrebbe essere descritto come un dialogo animico su carta.
In tal modo, si compartecipa al suo fastidio per gli «stereotipi e i cliché» (Ctz. Luca Lupoli) della musica barocca e ai suoi dubbi, tentativi, revisioni, fino all’analisi delle sue opere. Sublime!
Metastasio che «perdé tutta la sua vita per istruir dilettando» (Ctz. Metastasio) giunge a riformare il Melodramma italiano in maniera sublime.
Egli parla al cuore attraverso la musicalità di versi perfetti e la musica, che nobile ed espressiva agevola «l’intera melodicità teatrale del movimento patetico» (Ctz. Luca Lupoli).
Tuttavia, il come ci riesca e attraverso quale laborioso percorso, lo lascio scoprire a voi leggendo.
In conclusione, ritengo che Il Melodramma di Pietro Metastasio sia una produzione eccellente e molto piacevole che mi sento di consigliare, a prescindere dall’educazione musicale, per amore di conoscenza delle nostre radici e del nostro patrimonio artistico.