LA BOHÈME: recensione alla prima

LA BOHÈME

di Giacomo Puccini

 

 

 

Recensione alla prima

 

 

 

GRANDE SUCCESSO PER

LA BOHÈME

PER LA REGIA DI ALFONSO SIGNORINI

AL DEBUTTO ALL’ARENA DI VERONA

 

 

 

 

di Elisa Pedini

 

 

 

La Bohème opera deliziosa in quattro quadri di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ispirata dal romanzo Scènes de la Vie de Bohème di Henri Murger.

"Kainós® Magazine: 101° Arena Opera Festival - La Bohème - critica alla prima - particolare di scena"
Particolare di scena – I Quadro

È l’omaggio che l’Arena tributa al sensibile compositore per i cento anni dalla sua morte, con una nuova produzione firmata Alfonso Signorini, apposta per il 101° Arena Opera Festival 2024.

A parte le condizioni metereologiche avverse che hanno procurato dei lievi ritardi, la rappresentazione si è svolta tutta, davanti agli occhi d’un folto pubblico che non aveva intenzione alcuna di farsi scoraggiare dal maltempo.

Ho assistito a una Bohème con un taglio interpretativo diverso dal solito, che, al dunque, mi ha convinta.

Personalmente, mi è piaciuta. Ho avuto l’impressione d’immergermi in un’atmosfera da fiaba. Non so per quale motivo, il mio cervello mi ha riproposto il mondo sognante dei grandi classici della Walt Disney che andavo a vedere da bambina a Natale con mio padre.

"Kainós® Magazine: 101° Arena Opera Festival - La Bohème - critica alla prima - particolare di scena"
Particolare di Scena – I Quadro – il bistrot

Interrogarsi sulle emozioni, significa frenarle, comprometterle e dunque, pur non sapendo darvi spiegazione di quanto emotivamente vissuto, ho lasciato che fluissero e mi ci sono immersa dentro e ho goduto con soddisfazione di quanto visto.

Parto con la critica della regia.

A me, non è dispiaciuta.

Anzi, ho apprezzato la cura dei dettagli.

La soffitta del giovane gruppo di bohémiens è una costruzione trasparente dai vetri innevati, che mantiene il suo senso intimo, d’interno, pur consentendo la visuale dei grandi pannelli di tessuto rappresentanti i palazzi e le vie di Parigi, dove giustamente la gente passeggia.

Delizioso l’angolo defilato d’un bistrot con i suoi avventori e la gente che si diverte a pattinare.

Nelle note di regia, Alfonso Signorini afferma che voleva rendere un «tableau vivant» e a mia opinione c’è riuscito, senza risultare invasivo o distogliere l’attenzione dalla scena.

"Kainós® Magazine: 101° Arena Opera Festival - La Bohème - critica alla prima - Vittorio Grigolo"
Vittorio Grigolo nel ruolo di Rodolfo – Ph by Ennevi

Al contrario, nel II Quadro, mi ha destato qualche perplessità la scena di massa.

Va bene, la vita vissuta e l’aprirsi della soffitta che diventa il Momus per un verso e un negozio d’abbigliamento per l’altro, le vie che si animano coi carretti e gente d’ogni tipo.

Tuttavia, c’è davvero troppa confusione sul palco e questo distrae, spezza la magia che s’era creata.

In un certo senso, si fa fatica a seguire la storia e i protagonisti.

Per fortuna, l’atmosfera rientra dal III Quadro.

Ottime le luci curate da Paolo Panizza che sanno sempre supportare la scena, completarla in modo discreto, ma significativo.

Altrettanto, dicasi per i costumi curati da Silvia Bonetti con estrema precisione.

Insomma, nel complesso, posso affermare che il prodotto è convincente.

Tuttavia, la vera forza è un cast solido che ci dona un’interpretazione più che meritevole.

"Kainós® Magazine: 101° Arena Opera Festival - La Bohème - critica alla prima - Juliana Grigoryan"
Juliana Grigoryan nel ruolo di Mimì – Ph by Ennevi

La tenera Mimì, che nell’interpretazione di Signorini diviene una ragazza sbarazzina e intraprendente, ci viene resa con personalità dalla soprano Juliana Grigoryan.

Questa Mimì ascolta il chiacchiericcio dei giovani al piano di sotto, addirittura col bicchiere sul pavimento e attende che Rodolfo resti solo per crearsi la sua opportunità di seduzione.

La Grigoryan con la sua voce ampia che sembra volare come una farfalla: fluida, cristallina, brillante, dal fraseggio chiaro, ci dona proprio una Mimì vezzosa e civetta quanto basta, determinata nel suo agire.

Sicuramente, una Mimì caratterizzata da un’indole diversa dal solito; ma non stona.

Tecnicamente incantevole, dal colore velatamente sensuale, Juliana ci regala una performance convincente, seppur, debbo ammetterlo, poco coinvolgente, di poco impatto emotivo.

Le si affianca un Vittorio Grigolo, più in forma che mai, che ci fa vivere un Rodolfo fin troppo vibrante e vigoroso. Istrionicamente presente, dal timbro pulito, appassionato, incisivo ed emissione ampia e potente, domina la scena con un’energia di personale e di voce debordanti che il Maestro Oren tiene a freno.

"Kainós® Magazine: 101° Arena Opera Festival - La Bohème - critica alla prima - Eleonora Bellocci"
Eleonora Bellocci nel ruolo di Musetta – Ph by Ennevi

Insomma, il suo Rodolfo non ha niente a che vedere con il poeta malinconico e  sognatore. Forse un po’ eccessivamente caricato, ma, al dunque, ho apprezzato la sua interpretazione. In particolare, mi è sembrata coerente con la figura di una Mimì così determinata.

Straordinari nel duetto O soave fanciulla.

Semplicemente perfetto, il baritono Luca Micheletti, che ci porta in scena un Marcello straordinario. Sarà che interpreta un pittore; ma, con la sua voce calda, solida, modulata, letteralmente dipinge di mille coloriture il suo canto.

Sublime!

E la “sua” Musetta non gli è di sicuro da meno!

Infatti, Eleonora Bellocci fa davvero sognare in scena. La sua voce duttile, modulata, dal timbro squillante e luminoso e dal fraseggio ottimo, fa vivere questa ragazza civettuola e permalosa.

"Kainós® Magazine: 101° Arena Opera Festival - La Bohème - critica alla prima - Luca Micheletti"
Luca Micheletti nel ruolo di Marcello – Ph by Ennevi

Tuttavia, ecco che il timbro si fa morbido, mesto e brunisce il colore col mutar degli eventi e delle emozioni nel cuore di Musetta.

Deliziosa da innamorare nel valzer Quando m’en vò, dove gorgheggia seducente, modulando un timbro brillante, ma sensualmente accattivante.

Fantastica!

Tuttavia ne La Bohème, quel che ci viene narrato è uno spaccato di vita di un gruppo di giovani artisti, coi loro amori e le loro peripezie quotidiane.

Dunque, il cast non si ferma alle due coppie principali.

Infatti, convince il Colline del basso Alexander Vinogradov. Non perfetto il fraseggio, ma apprezzabile la brunitura che dà alla sua voce nell’aria Vecchia zimarra.

Inoltre, fa risaltare l’animo buono e nobile di Schaunard il baritono Jan Antem.

In più, ben rese le due figure caricaturali di Benoit, il padrone di casa, interpretato dal baritono Nicolò Ceriani, che ci regala un cameo molto vivo e di sapore goliardico e quella di Alcindoro, accompagnatore di Musetta al Momus, magistralmente interpretato dal basso Salvatore Salvaggio, ma la di cui performance, purtroppo, viene penalizzata dalla dispersione del II Quadro.

"Kainós® Magazine: 101° Arena Opera Festival - La Bohème - critica alla prima - M° Daniel Oren"
M° Daniel Oren – Ph by Ennevi

Concludo, con la direzione dal podio del Maestro Oren, direttore pucciniano per antonomasia, che arricchisce la partitura di dettagli di colore di pregio con la solita meticolosa attenzione ai dettagli di sfumatura, seppur appare meno energico rispetto al suo normale dirigere: opta per un ritmo più morbido, quasi dilatato. Alle volte, s’avverte quasi uno scollamento tra orchestra e cantanti.

Conoscendo la pignoleria di Oren e l’indiscusso calibro del cast, ritengo da attribuire queste increspature che ho notato al meteo bizzarro che ha inciso sul numero di prove comportando come conseguenza un incastro non perfetto.

 

 

 

Gallery by Ennevi per gentile concessione US Fonsazione Arena:

 

 

 

 

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